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Sportswear: l'intreccio tra sport e moda

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Sportswear: l'intreccio tra sport e moda

Un connubio vincente quello tra sportswear e moda, che ci ha accompagnati durante la pandemia ma che sta proseguendo con successo anche in passerella.
CONDIVIDI Master in Fashion Design (Activewear) La Scuola di Moda di Milano

Non solo comfort da divano, ma una vera e propria passione: l'intreccio tra sportswear e moda è ogni giorno più fitto, fino ad arrivare in passerella con nuove, geniali rivisitazioni. Perché frutto di menti straordinarie e di visioni trasversali del presente.

Rivoluzioni estetiche e sport, da oltre cent'anni.

Per capire quando lo sportswear comincia a muovere i suoi primi passi dobbiamo tornare indietro di circa cento anni: è a cavallo degli anni '20 e '30 del 1900 che la moda - con la sua nuova visione della donna - si avvicina al mondo sportivo. Per prima fu Elsa Schiaparelli, che nella sua boutique parigina presentava dei capi denominati 'pour le sport': un mix di maglie da sci e costumi da mare dedicati all'attività fisica prima praticata con capi scomodi e ingombranti.

Coco Chanel e lo sportswear

Fu Coco Chanel ad accelerare questa nuova attenzione al mondo sportswear. Emancipata, creativa e rivoluzionaria nel modo di vestire, praticava lei stessa diversi sport nel tempo libero come il golf, la pesca, l'equitazione e lo sci. Il passaggio verso la creazione di capi più confortevoli, freschi e adatti al movimento fu cosa breve, che lei stessa provava con soddisfazione.

La sua ispirazione al mondo maschile e il suo coraggio nel riscrivere le regole sociali attraverso l'abbigliamento sono ormai famose, e si ritrovano come cardini immutabili nelle collezioni di oggi: basti pensare alla sfilata della Primavera Estate 2022, quando Charlotte Casiraghi ha aperto lo show entrando a cavallo vestita con una giacca di tweed e paillette. 

Le olimpiadi del 1936, la guerra, lo sport

L'edizione del 1936 delle Olimpiadi segnò un passo importante nell'evoluzione dello sportswear: si iniziano ad utilizzare il jersey, i tessuti traspiranti, le tute come uniformi nazionali, i top e le canotte come basici per poter svolgere le attività in modo performante. Il corpo è scoperto, libero, la funzionalità e il comfort vincono sull'estetica.

Dieci anni dopo, alla fine della seconda guerra mondiale, nascono le prime aziende dedicate allo sportswear, come Puma e Adidas, mentre le case di moda cominciano ad includere nelle loro collezioni capi sportivi, prima fra tutte la tuta da sci. Impossibile non citare Emilio Pucci: la sua passione per la montagna lo accompagnava in ogni creazione, ma fu proprio nel dopoguerra che presentò la collezione Cervinia, con capi dai colori ispirati alla Valle d'Aosta, bomber imbottiti, giacconi matelassé e decorazioni dall'estetica montana.

Sportswear ogni giorno

Protagonista del nostro periodo pandemico grazie alla sua incomparabile comodità, lo sportswear non è stato accantonato con il ritorno alla normalità, anzi ha acquistato sempre più importanza ed attenzione sia nel nostro guardaroba che nelle passerelle.  Una volta tornati a paillette e tacchi alti, lo sportswear è rimasto saldo nei nostri armadi: la comodità è diventata un nuovo modus vivendi, una necessità a cui non riusciamo a rinunciare. E i brand di moda, attenti osservatori del paesaggio sociale, ne hanno colto in pieno la carica energetica nonché economica.

Le stime di WWD parlano di un mercato in esplosione, con una stima previsa di 547 miliardi entro il 2024. Numeri da capogiro per una nicchia nata relativamente pochi anni fa. Kristen Classi-Zummo, Direttrice dei Market Insight di NPD Group, osserva: “È interessante vedere come le persone indossano l’activewear. Prima [in pandemia], le persone indossavano l’activewear per allenarsi in casa. Ora lo acquistano per le attività di tutti i giorni, per stare comode quando sono in giro o per lavorare da casa”. Ecco spiegato il fiorire di nuovi brand o di capsule dedicate da parte delle maison più blasonate.

 Nuove collaborazioni sotto il segno dello sport

La moda e lo sportswear continuano a segnare punti insieme, tanto che sono nate negli ultimi anni delle collaborazioni creative davvero geniali. Come quella tra Fendi e Fila, con una fusione anche dei due marchi. O quella tra Moncler e Pierpaolo Piccioli, in cui piumini e giacche imbottite diventano abiti da sera per un risultato dalla modernità sorprendente. Ultimo ma non per importanza,  la collezione Gucci intrecciata con il logo Adidas.

Istituto Marangoni e lo sportswear

Per diventare protagonista della moda del domani, una corretta lettura delle tendenze e una profonda conoscenza delle radici culturali ed estetiche sono fondamentali. Istituto Marangoni propone i corsi in Fashion Design (Activewear): dedicati ai post graduate e con un impegno full-time, sono percorsi volti alla specializzazione e all'aggiornamento, per offrire un supporto alla carriera nel settore della moda, del lusso e della creatività. 

La Scuola di Milano di Istituto Marangoni è il cuore pulsante delle attività. Questa è la prima sede dell'istituto, fulcro della moda italiana contemporanea e del prêt-à-porter. Qui si esplorano le ultime tendenze con un occhio attento alle capacità artigianali, alla cura dei dettagli e al know how tipico del Made in Italy.  Gli studenti di IM Milano prendono parte a progetti speciali sviluppati con maison prestigiose, un'esperienza inestimabile che li aiuterà ad accedere alla fase successiva del loro viaggio nel mondo della moda.

Per avere maggiori informazioni, contattaci compilando il form: potrai trasformare la tua passione e i tuoi sogni in un percorso di successo.

 

Master in Fashion Design (Activewear) La Scuola di Moda di Milano