L’innovazione digitale coinvolge ormai ogni aspetto del nostro quotidiano ma anche ambiti creativi quali l’arte, la moda e il design che fino a poco tempo fa, soprattutto in Italia, avevano radici profonde nell’artigianalità e nella tradizione.

Arte e tecnologia nella storia

A partire dalla rivoluzione industriale l’uomo ha impegnato le sue risorse nel creare e inventare strumenti per agevolare la produzione di massa non solo in modo in funzionale ma anche per sviluppare progetti e prodotti creativi che potessero arricchirlo da un punto di visto culturale.

Tra gli ambiti coinvolti in questo processo di innovazione, l’arte sicuramente ha subito la maggiore accelerazione grazie allo sviluppo di nuove tecnologie che permettono di produrre contenuti replicabili e facilmente condivisibili.

Già nel 1936, il filosofo Walter Benjamin si interrogava sul senso dell’arte all’epoca della sua riproducibilità tecnica. Perché dall’invenzione della fotografia in poi, l’uomo, il filosofo, l’artista, e la società nel suo complesso, ragionano sul destino dell’opera in senso tradizionale, vincolata cioè a vivere su un supporto materiale.

La rivoluzione tecnologica e il compito dell’artista

La verità è che proprio dalla fine del XIX secolo, dalla prima “rivoluzione fotografica”, l’arte ha incorporato la tecnologia nei suoi processi.

Dalle mostre multimediali, alle app per visitare un museo, dalla trasformazione del cinema (sugli schermi e dentro le sale), alle nuove frontiere della digital art, ogni forma d’arte oggi cerca spazi e territori nuovi grazie alla tecnologia o addirittura dentro essa.

Malgrado lo sviluppo tecnologico Il ruolo dell’artista rimane però il medesimo: esplorare, spostare i limiti, forzare la realtà per rivelare nuove strade.

Spinta dalle infinite possibilità del web, dai nuovi strumenti creativi offerti dai social network, dalle sperimentazioni con tecnologie avanzatissime, l’arte diventa digitale e si offre a un pubblico sempre più vasto in cerca di esperienze immersive e interattive, in cui limiti e ostacoli fisici o spaziali vengono rimossi, diventando fluida e immateriale.

L’artista digitale: un protagonista dei nostri tempi

Oggi definiamo artista digitale chi fa uso della tecnologia nella propria produzione artistica. Qualunque sia il suo campo specifico (dalla musica, alla computer art, dal cinema, al fashion, dalla pittura alla fotografia) il multimedia artist deve sapersi nutrire di innovazione, sperimentazione e interdisciplinarietà, elementi chiave per coniugare l’eccellenza tecnologica con la creatività.
È senza dubbio un artista digitale Andy Picci, il cui lavoro sui concetti di identità fluida e sull'influenza dei social network sul nostro quotidiano, hanno incuriosito e stimolato il pubblico e la critica. Proprio con il giovane artista concettuale svizzero, Istituto Marangoni ha promosso nei mesi scorsi un progetto di Mentorship e il lancio di un Contest interdisciplinare.

 
L’offerta di Istituto Marangoni per i futuri artisti multimediali

Il corso triennale in Multimedia Arts propone un percorso alla scoperta dei principali linguaggi espressivi della prassi artistica contemporanea.
Incoraggiando un approccio critico, alternando e allenando le abilità teoriche e quelle pratiche, il corso punta a formare non solo gli artisti digitali del futuro, ma anche chiunque voglia acquisire nuove competenze e metterle al servizio della propria creatività, qualunque sia il settore di applicazione finale.

Il corso in Multimedia Arts di Istituto Marangoni si tiene presso la sede di Firenze e si concentra sui linguaggi audiovisivi e sulle potenzialità offerte dalle nuove tecnologie digitali, dalla realtà virtuale al video mapping.