Expert Insights: Fabrizio de Fazio
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Expert Insights: Fabrizio de Fazio
Country Human Resources Manager presso Massimo Dutti
30 marzo 2018
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Diplomato di maturità classica, dopo la laurea in giurisprudenza, Fabrizio de Fazio inizia il suo percorso professionale nel 2002 come responsabile di reparto presso Decathlon facendo esperienza del settore retail, fino a ricoprire il ruolo di Store Manager, a stretto contatto con il cliente. Dal 2009 al 2014 lavora come Sales Manager per Ikea Group, ruolo che, da un lato, gli permette di relazionarsi con il cliente e, dall'altro, lo vede impegnato nella valorizzazione dei collaboratori per il raggiungimento degli obbiettivi. Dal settore Sales Fabrizio si sposta quindi alle Risorse Umane, entrando a far parte del Gruppo Inditex come Human Resources Manager. Unendo la passione per il settore moda alla sua inclinazione per il lavoro in ambito risorse umane, dal 2016 Fabrizio ricopre il ruolo di Country Human Resources Manager per Massimo Dutti.
In qualità di Country Human resources Manager di Massimo Dutti, potrebbe raccontarci di cosa si occupa?
All’interno del gruppo Inditex, ogni brand ha una figura di Country Human resources Manager, a partire da Zara, che è il core business del gruppo, fino ad arrivare alle cosiddette catene, vale a dire tutti gli altri marchi, come ad esempio Zara Home, Oysho, Bershka,Stradivarius e Pull and Bear.
Il mio ruolo è quello di direttore delle risorse umane a livello italiano per Massimo Dutti, ruolo per cui mi occupo di tutto ciò che riguarda le “persone”: dalla selezione dei manager, alla gestione analitica dei costi da sostenere, fino alle dinamiche più specifiche come l’apertura di un nuovo negozio. Insieme al Direttore Commerciale, collega con cui collaboro e mi interfaccio ogni giorno, mi occupo anche della sicurezza all’interno dei punti vendita, aspetto di grande importanza nella gestione dei negozi per cui abbiamo delle check list da seguire minuziosamente. Ovviamente al centro di tutte le mie attività ci sono le persone, sia nostri collaboratori che i clienti: il mio ruolo è quello di ottimizzare al meglio la gestione dell’uno e dell’altro.
Come conduce un colloquio e quali step non possono mancare in una job interview? Quali sono gli elementi e le caratteristiche che solitamente la stupiscono durante un colloquio? Perché?
Inizialmente, per la selezione di nuovi candidati mi avvalgo del supporto dei colleghi del Dipartimento HR. Quando si apre una posizione in Massimo Dutti, fornisco loro le informazioni relative alla posizione e descrivo un potenziale profilo del candidato che sto cercando in termini di formazione e seniority. Dopo lo screening telefonico, i colleghi mi inviano i curricula della rosa di candidati. Il primo colloquio lo svolgo sempre in autonomia e, se ritengo che il profilo sia interessante, procedo con il secondo incontro insieme al Direttore Commerciale. Il processo di recruiting è molto veloce e, normalmente, non passa più di un mese tra lo scouting del profilo ideale e la proposta: il candidato, come il cliente, deve avere tutto il rispetto che merita, ragione per cui deve sempre ricevere un feedback, sia esso positivo o negativo. Solitamente inizio il colloquio con un momento “ice breaking” per mettere a proprio agio il candidato: presento l’azienda e il mio ruolo, spiego quali saranno le successive fasi del processo di selezione e quali skill sto cercando. Durante l’incontro prendo appunti e alla fine lascio spazio alle domande da parte del candidato. Quando mi confronto con una persona dalla leadership importante, chiedo al candidato di poter proseguire con un colloquio “under pressure”, più stressante. La leadership non è l’unica caratteristica che ricerco e che mi colpisce durante i colloqui: senza dubbio le skill manageriali e le competenze specialistiche sono di grande importanza. Credo che il nostro lavoro debba appassionarci, senza passione avremmo una grande difficoltà a svolgerlo perché è un lavoro molto particolare, a livello di ritmi, dinamiche e imprevisti. Per questo motivo quello che mi stupisce ancora, dopo tanti anni, è vedere dell’emozione nel candidato, considerando soprattutto che si tratta di lavoro.
Per valutare il profilo di un candidato utilizza anche social network e strumenti digitali specifici?
I social sono molto importanti nella ricerca di nuove risorse, utilizzo spesso LinkedIn e posso confermare che riesco ad ottenere dei riscontri molto positivi.
Quali sono i suoi consigli ai neo-laureati che vogliono entrare nel mondo della moda?
Ai neo-laureati che vogliono entrare nel mondo della moda consiglio di studiare molto bene le lingue, avere una panoramica delle dinamiche e dei brand sul mercato, unitamente ad uno stile originale. A livello personale credo fortemente sia necessario essere appassionati.
Cosa significa fare HR nel settore della moda? Quali sono le differenze rispetto ad altre industry, relativamente anche alla sua esperienza personale?
Il mondo della moda è un mondo parallelo, io ho fatto esperienze diverse in aziende legate allo sport oppure all’home furniture e posso garantire che non sono assolutamente paragonabili al settore del fashion. Per fare il mio lavoro sono necessarie: una grandissima organizzazione e spiccate doti di problem solving, capacità di connessione e di adattamento.
Differenziarsi oggi è molto importante (non solo nel mondo della moda): quali sono i suoi consigli per distinguersi nel corso di un colloquio?
Per distinguersi durante un colloquio, bisogna ricordarsi si rimanere sé stessi, essere umili e avere pazienza. È molto importante studiare l’azienda per essere pronti a qualsiasi domanda e considerare il colloquio un momento di scambio e arricchimento personale. Saper ascoltare anche in fase di colloquio è molto importante per entrambe le parti, sia per il candidato che per l’HR.
Quali sono le caratteristiche principali che ricercate nei profili che entrano a far parte del gruppo Inditex, in particolare in Massimo Dutti?
La passione per la moda prima di tutto. A differenza degli altri brand del gruppo Inditex, Massimo Dutti ha una relazione diretta con il cliente. Mentre Zara o Bershka stanno attraversando la fase di esposizione del prodotto, con focus sul visual merchandising e posizionamento del prodotto, Massimo Dutti, si sta concentrando sul contatto e la creazione di una vera e propria relazione con il cliente, strategia che si riflette in un sales code predefinito e specifiche procedure di training dello staff.
Quali saranno gli sviluppi futuri del settore moda, in particolare nell’ambito retail?
Il negozio virtuale è uno dei cambiamenti che arriverà nel settore del fashion retail, dal momento che sempre più persone acquistano online. Il negozio fisico resta comunque importantissimo: il suo concept è in continua evoluzione e verte alla creazione di una vera e propria shopping experience. Seguendo questo trend, Massimo Dutti, sta chiudendo i negozi piccoli per dare spazio a flagship grandi che riescano a sviluppare appieno il concept del brand e sta cercando di valorizzare l’esperienza nelle cabine prova, attraverso uno switch a livello di esperienza sensoriale. Grazie alle nuove tecnologie possiamo offrire un servizio molto più coinvolgente ai clienti nel momento in cui provano i nostri capi: abbinamenti, taglie, colori e molto altro. L’avvento tecnologico può sicuramente supportarci all’interno del negozio fisico che, insieme al suo staff, rimarrà il nostro core business: l’investimento sul training dello staff di negozio, primo ambasciatore del brand, risulta fondamentale in questa ottica. Credo molto in questo concetto per il mercato italiano, soprattutto per Milano, capitale indiscussa della Moda.
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