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Milano la scuola di moda

Un incontro esclusivo tra tradizione italiana e moda contemporanea

Studiare moda all’Istituto Marangoni Milano significa immergersi nella tradizione della primissima sede dell'istituto, fulcro della moda italiana contemporanea e del prêt-à-porter. Gli studenti avranno l'opportunità di esplorare la cultura del “Made in Italy” e le ultime tendenze, ispirate a un'attenta ricerca e sperimentazione e in grado di unire il lusso artigianale e la cura dei dettagli a effetti sorprendenti. Forti di una lunga esperienza e di un atteggiamento creativo e lungimirante nei confronti del design come del business, la città e la scuola hanno raggiunto una posizione di spicco nel panorama della moda internazionale. Gli studenti di IM Milano prendono parte a progetti speciali sviluppati con maison prestigiose, un'esperienza inestimabile che li aiuterà ad accedere alla fase successiva del loro viaggio nel mondo della moda.

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CORSI ACCADEMICI E ORIENTAMENTO
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Scopri un mondo di possibilità creative presso Istituto Marangoni Milano, dove ti aspetta una fusione di creatività ed esperienza nei settori del fashion design, del fashion business, del fashion styling e delle fragranze e cosmetica.

REQUISITI D'INGRESSO, VALIDAZIONI & BORSE DI STUDIO
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Al via la Mentorship con IB Kamara, Creative Director Off-White, Stylist and Photographer

«Be yourself, no matter what they say», recita Sting in una celebre canzone. E IB Kamara, che è sicuramente d’accordo con questo refrain, potrebbe aggiungere: «Non avere paura di spingere in avanti le tue idee, difendile, esci dalla confort zone e accetta tutto, anche le critiche». Sono consigli che il mentor degli studenti del 3° anno di Fashion Styling & Creative Direction e di Fashion Design impartisce durante un seguitissimo incontro Front Row, con quell’enfasi ispirata che ha fatto di lui uno dei creativi più brillanti dell’attuale fashion system. Creative Director Off-White, Stylist and Photographer IB Kamara si avvicenda in questi ruoli con uno spirito di continua scoperta, inventando costantemente codici e linguaggi.

Ma come fa a passare da un incarico all’altro?, gli chiede una studentessa. «Sono dimensioni artistiche diverse. Quando sei uno stylist non ci sono limiti all’espressione, c’è uno spazio infinito per i sogni; un designer deve invece pensare a molti dettagli tecnici e anche agli aspetti commerciali. Tenersi in equilibrio tra creatività e imprenditorialità richiede un vero talento», dice pensoso.

E come si perpetua l’heritage di Virgil Abloh, un’icona?, lo incalza un altro. «Off-White è una marca unica, con codici molto forti - risponde Kamara - Cerco di restare fedele alla legacy di Virgil, dunque di non focalizzarmi sui trend, ma di introdurre sempre nuovi linguaggi. Prendere dei rischi non mi spaventa e anzi incoraggio voi giovani ad andare in questa direzione ». Guarda negli occhi gli studenti : «Tutti abbiamo qualcosa da dire e ognuno di noi l’esprime in maniera diversa. L’importante è non ripetete quello che esiste già. Non prendete ispirazione dai magazine. Fate cose nuove. Steven Meisel  o Paolo Roversi hanno il loro stile. Non copiatelo, trovatene un altro. Essere artista implica un’incessante ricerca. Anche quando qualcosa funziona, continuate a perfezionarla, a spingerla. Voi giovani avete Internet ai vostri piedi e questo è un enorme serbatoio in cui tutti cercano cose nuove. Il vostro lavoro, se porta elementi originali, non resterà invisibile». 

Nella conversazione, moderated by Kacion Mayers Editorial Director at Dazed & Confused Magazine, Kamara si racconta con sincerità. L’infanzia che gli ha fatto capire cosa fosse la guerra, l’arrivo a Londra a 16 anni, i viaggi, fonte di continue ispirazioni, il rapporto con i grandi fotografi con cui lavora. «Le tue origini ti rendono unico, speciale. Per affermare il tuo punto di vista devi sapere da dove vieni e accettare chi sei. Nei gusti, non esiste l’opposizione giusto - sbagliato. Sta a te decidere. Questo concetto ha sempre guidato il mio lavoro». 

L’arte, la musica, i libri, i viaggi, l’osservazione del quotidiano, nutrono la creatività; una sorta di collage che si muove nella sua testa e prende vita in espressioni artistiche legate al guardaroba o all’immagine. «Sono una spugna. Assorbo tutto. Amo quello che faccio, trovo meraviglioso pensare a qualsiasi cosa e poterla poi creare».

E la sindrome della pagina bianca, Kamara, la conosce?, chiede un’altra studentessa. «Se succede, non arrendetevi. Fate una pausa, uscite fuori, guardatevi intorno e poi tornate al lavoro e andate avanti ».

Per lui che lavora con équipe in tutto il mondo la condivisione «è un elemento indispensabile. Attraverso internet oggi abbiamo tutti accesso al mondo intero, la connessione con altre persone è capitale per trovare idee e farsi conoscere. E per quanto riguarda la mia attività, lavoro di preferenza con équipe e artigiani locali che conoscono il paese e le sue tradizioni meglio di me».

E dagli studenti che lavoreranno sui progetti, cosa si aspetta?, si informa un presente. «Uno spirito curioso, la capacità di sviluppare un’idea in più modi, una ricerca out of the box, la freschezza ».

Il Mentor Kamara esaminerà a maggio i progetti degli studenti sotto forma di concept mood boards e design proposal per arrivare ad una selezione di 3+3 projects che saranno fotografati e consegnati per l’ultima tappa del percorso. A giugno saranno presentati gli abiti scattati e creati dai finalisti sotto forma di mini-esposizione.

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Al via l’esclusivo industry project in collaborazione con Cartier

Il Master in Fashion & Luxury Brand Management lavorerà su un prestigioso business project con la maison Cartier. La collaborazione metterà l’accento sullo sviluppo e l’espansione di Cartier sul territorio italiano dal punto di vista commerciale e della comunicazione; gli allievi del Master dovranno formulare delle proposte per una maggiore visibilità online e offline del brand e per attirare nuovi clienti, in particolare le giovani generazioni. Un challenge stimolante, che permetterà loro di confrontarsi con una delle maison più iconiche del mondo. 

Per lanciare questo «partenariato», Rodolphe Ratzel, Managing Director South East Europe di Cartier, ha incontrato gli studenti nei locali della scuola milanese.

Il manager, che ha ricoperto diversi incarichi in seno all’azienda, ha ricordato come, nei prodotti, nei negozi e nei servizi, lo spirito d’eccellenza di Cartier debba essere immediatamente riconoscibile e riflettere quella cura del dettaglio indissociabile dalla sfera del lusso. 

«Nella nostra maison celebriamo la bellezza e questa deve esprimersi ovunque - ha spiegato Rodolphe Ratzel- attraverso creazioni dal design esclusivo, l’estetica raffinata e il savoir-faire esperto; ma anche attraverso punti-vendita e una comunicazione appealing e autentici». A questo proposito ha fatto l’esempio del leggendario filmato pubblicitario l’Odysée de Cartier, diffuso 10 anni fa, che segno’ una vera svolta nel modo di comunicare della Maison. «Una narrazione di oltre 3 minuti, che poteva sembrare eccessiva e invece fu un successo mondiale. Tutti ne parlarono, perché raccontava una vera storia ed era di una bellezza mozzafiato. Una volta entrati in questo fiabesco universo era impossibile abbandonarlo». 

«Seguire l’evoluzione del linguaggio contemporaneo è fondamentale - ha continuato Ratzel -  per appropriarcene con sensibilità e senza farci tentare da territori o posizionamenti che, anche se in voga, non ci riflettono. La missione di perpetuare l’heritage di una grande maison non è facile e necessita di un grande dinamismo creativo ed analitico, di uno sviluppato senso estetico, di apertura e capacità di lavorare in condivisione».

Gli studenti saranno invitati a riflettere sull’ecosistema del lusso in Italia per adattare le loro proposte a questo specifico mercato. E’ qui che dovranno mostrare il loro talento creativo e la loro visione strategica. «Quando apriamo un nuovo negozio ci appoggiamo a grandi architetti che conoscono la realtà locale; non vogliamo fare sempre la stessa copia, sarebbe noioso. Da noi ci dev’essere spazio per la scoperta, la sorpresa e il piacere».

Il viaggio di Cartier intrapreso dal fondatore Louis François Cartier nel 1847 e continuato esplorando nuove regioni del mondo dai suoi figli Alfred e Louis si arricchisce infatti di sempre nuove tappe nel rispetto delle culture locali, che vengono studiate attentamente prima di intraprendere progetti commerciali e d’immagine. La maison fa dialogare armoniosamente i suoi codici identitari col patrimonio culturale di ogni città e paese.

Rodolphe Ratzel termina con una nota positiva sul futuro del lusso. «Io sono ottimista, i prodotti pregiati hanno un futuro brillante davanti a loro. Cartier ama celebrare e continuerà ad accompagnare i suoi clienti nei loro più preziosi momenti, perché restino indimenticabili».

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VIRTUAL TOUR

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I'M MENTORS

I Mentor rappresentano un punto di riferimento strategico per i futuri talenti della moda, nonché fonte di ispirazione e guida per stimolare gli studenti ad affinare le loro capacità.

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